Parco lavino

Parco lavino

Nikon D90 ob. Sigma 10-20 f.7.1 1/50

L’area protetta del Parco del Lavino prende il nome dall’elemento naturalistico che maggiormente lo caratterizza, ovvero le acque sulfuree del fiume omonimo in cui sono presenti solfati disciolti che danno la tipica e suggestiva colorazione azzurro-turchese ai laghetti, alle polle sorgive e ai ruscelli. Il corso d’acqua ha origine nel Vallone di Santo Spirito sul versante N-NO del massiccio montuoso della Majella; attraverso il Vallone di San Bartolomeo e il Fosso Cesano; a valle di Roccamorice, il torrente diventa Fiume Lavino; dopo pochi chilometri, all’altezza di Scafa, si versa nelle copiose acque del Pescara; ad incrementare inoltre la sua portata contribuiscono le acque del complesso di risorgenze sulfuree, situate in località De Contra. Nel 1987 la legge n. 25, la Regione Abruzzo ha istituito il Parco delle sorgenti sulfuree del Lavino, attualmente gestito da Legambiente ONLUS circolo di Scafa e dal Comune di Scafa. L’area ha un’estensione di circa 40 ettari, è dotata di un punto informativo e ospita svariate specie faunistiche, ittiche e vegetali. Passeggiando lungo le sponde incontriamo soprattutto tipi diversi di Salici (salice bianco, salice fragile) e Pioppi (pioppo nero e bianco); altre specie delimitano la zona d’acqua, quali: Tife, Giunchi, Roverelle, l’Acero campestre, il Carpino, la Robinia e il Biancospino. La Ginestra, i Ciclamini e le Pervinche caratterizzano il sottofondo dei boschetti. Infine le alghe colorano il fondo dei laghetti con le due diverse tonalita’ dell’azzurro e del verde. Per quanto riguarda la fauna, a contatto con l’acqua vivono la Gallinella d’acqua, l’Usignolo di fiume, la Ballerina gialla e il Martin pescatore. Si aggirano di notte, invisibili, la Donnola, la Faina, il Tasso e la Volpe. In realtà la rilevanza del Parco non è legata soltanto alle bellezze naturalistiche che lo caratterizzano ma anche alla storia, all’archeologia e all’economia del territorio. Le acque del fiume del fiume Lavino, sono state utilizzate anche per l’alimentazione di ben quattro centrali idroelettriche e per il funzionamento di una segheria e di cinque mulini a palmenti, tra cui il Mulino Farnese.