La leggenda di Misurina

Descrizione

Viveva una volta un re che governava un largo tratto di territorio compreso tra le Tofane, l'Antelao, le Marmarole e le Tre Cime di Lavaredo. Era un uomo di statura gigantesca, rimasto vedovo, con una bimba cui era stato imposto il nome di Misurina. Questa aveva ormai compiuto sette od otto anni, ma era rimasta talmente piccola che stava comodamente seduta sul palmo della mano del suo gigantesco papà. Ma tanto era piccola ed anche graziosetta d'aspetto, quanto dispettosa e capricciosa. Combinava guai a non finire, faceva dispetti a tutti coloro che andavano alla corte, dalle dame ai cavalieri, dai cortigiani alla servitù. E malgrado tutte le lamentele che gli giungevano, il re, accecato dall'amore per la figlioletta, sempre e comunque la scusava: "E' tanto piccola...! E' tanto carina...! Poverina, è rimasta senza mamma, bisogna perdonarla...! Rimedierà...! Abbiate pazienza...!" E più cresceva, più dispettosa ed impertinente diventava e mai che il buon Soràpis (così si chiamava il re) osasse rimproverarla. Ora avvenne che un giorno, chissà come, Misurina venne a sapere che la fata che abitava il monte Cristallo possedeva uno specchio magico: bastava che qualcuno vi si specchiasse per potergli leggere persino i suoi pensieri. Figuratevi la piccola! Tanto fece e tanto pregò, tanto supplicò e tanto pestò i piedi per terra per entrare in possesso di quello specchio meraviglioso, che strappò al padre la promessa di andare dalla fata a comprarglielo, a qualunque prezzo. Il vecchio Soràpis si recö dalla fata per soddisfare il desiderio della sua bambina. Quella, però, ben conoscendo Misurina e le sue debolezze, dapprima non cedette poi, impietosita dalle lacrime e dall'insistenza del padre, accondiscese a cedergli lo specchio ad un solo patto. Si deve sapere che la fata, sui versanti del Cristallo possedeva uno stupendo giardino, ma il troppo sole appassiva ben presto i suoi splendidi fiori, che Soràpis, dunque, accettasse di essere trasformato in una montagna la cui ombra avrebbe protetto giardino e fiori e Misurina... avrebbe avuto lo specchio. Il re implorò, si disperò, pianse perfino, ma la fata fu irremovibile. L'unica cosa da fare e da sperare era che Misurina, di fronte a tale richiesta, rinunciasse al suo desiderio. La fata, pertanto, consegnò al re lo specchio fatato con il patto di restituirglielo se la figlia... Rientrato nella sua reggia, nel consegnare lo specchio alla figlia, Soràpis le disse dell'unica sola condizione imposta. Cosa credete abbia fatto Misurina? Tenendo ben stretto l'oggetto dei suoi desideri, comodamente seduta sul palmo della mano del padre, esclamò: Ooohh, che bello ! Sarebbe proprio bello che tu diventassi una montagna! Pensa un pò quante capriole potrei fare lungo i tuoi pendii, potrei ricercare funghi e mirtilli, risposarmi all'ombra dei tuoi alberi . . . ! " Ma, mentre pronunciava queste parole, non si accorse che suo padre diventava più grande, sempre più grande. Si gonfiava, la sua pelle cambiava colore, i suoi capelli diventavano alberi, le rughe del suo volto burroni e crepacci... Ad un tratto la bambina, distogliendo lo sguardo dallo specchio, volse il suo sguardo all'ingiù... si vide tanto in alto, fu presa da un capogiro e precipitò. Soràpis, ormai montagna, ma con gli occhi ancora aperti, vide tutto e pianse. Le sue lacrime formarono due rivoli che ai suoi piedi un piccolo lago, appunto formarono l'attuale lago di Misurina, sovrastato dal monte Soràpis. E dello specchio cosa accadde ? Lo specchio, urtando sulle rocce, si ruppe... ma i suoi frammenti sono ancora visibili. Dove ? Ma nei meravigliosi riflessi delle acque di questo piccolo laghetto alpino, riflessi di tutti i colori... come "di tutti i colori" sono i pensieri delle persone.