Selvaggi dentro

Coste devastate, coste ‘addomesticate’, asservite al turismo di massa… poi ti trovi di fronte ad uno scorcio come questo….. e ti senti strano, agitato. Vorresti andar via, ma resti lì immobile.
E’ paura, una paura primitiva, che viene dal profondo, che avevi dimenticato, che non avevi mai conosciuto…
E’ il confronto con il mondo ‘selvaggio’, il ‘wild’ che Jack London ci ha spiegato nei suoi racconti troppo spesso relegati a ‘letteratura per ragazzi’.

Il cellulare in tasca, l’auto, le persone vicine non bastano a restituirti la sicurezza e la tranquillità che avevi prima, perché questo confronto lo hai perso, sai che sei poca cosa di fronte a questi scogli, a tutta quest’acqua, a questo vento… che chissà da dove viene… ed è così che, forse per autodifesa, emerge un po’ di quel ‘wild’ che hai dentro. Senti la voglia, o la necessità, di saltare da una roccia all’altra, di affermare il tuo controllo. Non ti senti poi così diverso, così estraneo a quel luogo ed a quel tempo antico in cui la paura è nata.
Ti chiamano, resti fermo ancora qualche secondo e poi con un leggero mugugno torni verso l’auto che ti porterà a casa, ma senti che la tua vera casa te la stai ancora una volta lasciando alle spalle.

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