Le Chiese di Roma: "Basilica di Sant'Andrea della Valle e Chiesa di San Carlo ai Catinari "

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Sant'Andrea della Valle e Chiesa di San Carlo ai Catinari " sará
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Ecco data e ora in cui sará esposta:

18.02.2019 Dalle ore 08:00 alle ore 10:00

Le due Chiese sono state riprese dalla terrazza di Castel Sant'Angelo. A sinistra della foto la Basilica di Sant'Andrea della Valle, a destra la Chiesa di San Carlo ai Catinari. In mezzo alle due chiese si vede la Sinagoga di Roma.

Ispirato dal libro "Le Chiese di Roma negli acquarelli di Achille Pinelli" apro una nuova serie fotografica dedicata a questi luoghi di culto.

Le Chiese di Roma sono più di 900 e ciò ne fa la città con più chiese al mondo; la loro storia accompagna quella della città da diciassette secoli, segnandone l'evoluzione religiosa, sociale ed artistica.

9) Basilica di Sant'Andrea della Valle

Costruita tra il 1590 e il 1650 da Giacomo della Porta, Francesco Grimaldi e Carlo Maderno, venne per lo più finanziata dal cardinal nipote di Sisto V, Alessandro Peretti. I lavori furono completati dalla facciata di Carlo Rainaldi (1655-65). L’interno, a croce latina, è ricco di capolavori che vanno dal ‘400 (Tomba di Pio II) al ‘900 (Cappella di San Getano Thiene), ma è il ‘600 il secolo meglio rappresentato, tanto da poter essere definita una summa dello stile barocco a Roma. La cupola di Maderno è la terza più alta di Roma, dopo quella di San Pietro in Vaticano e quella dei Santi Pietro e Paolo all’EUR.

10) Chiesa di San Carlo ai Catinari

Nel 1620 la Congregazione milanese di Roma decise di onorare con questa chiesa il loro concittadino cardinale Carlo Borromeo, da poco canonizzato. La chiesa di S.Carlo ai Catinari (nella foto sopra), situata in piazza B.Cairoli ma sul territorio appartenente al rione S.Eustachio, fu eretta per i Barnabiti tra il 1612 ed il 1620 su progetto di Rosato Rosati, mentre la solenne facciata in travertino fu completata soltanto nel 1638 dall'architetto romano G.B.Soria. La facciata si compone di due ordini ognuno spartito da otto paraste con capitelli corinzi; la parte centrale è aggettante, con paraste abbinate ai lati e singole che fiancheggiano il portale centrale, sopra il quale vi è lo stemma del cardinale G.B.Leni, il quale donò i fondi nel 1627 per il restauro della chiesa. Sopra il portale, in una targa, vi è un affresco deteriorato con il motto "HUMILTAS" e la corona. Nella fascia tra i due ordini si legge: "IO BAPTISTA S.R.E. CARDINALIS LENIUS ARCHIPR LATERAN A MDCXXXV", sempre in riconoscimento al cardinale Leni. L'ordine superiore è composto da una finestra con balaustra e colonne, affiancata da finestre e paraste; sul timpano superiore è apposto un altro grande stemma dei Leni.

Molto bella la cupola , ultimata dal Rosati nel 1620: poggia su un alto tamburo sul quale si aprono dodici finestre ad arco poste tra due paraste. Le paraste continuano in costoloni nella calotta, che viene così suddivisa in dodici spicchi. Su ogni sezione si trova un occhio cieco sormontato da un timpano triangolare, mentre dodici finestrelle, ad arco ribassato, si aprono all'imposta della calotta. Altre dodici finestre, separate da colonnine, si trovano nel lanternino, coperto da un cupolino rivestito di piombo e sormontato da una sfera, contenente reliquie, con la croce. Purtroppo la cupola ha subìto diversi danni nel corso dei secoli, alcuni di tipo atmosferico (fu colpita da ben tre fulmini), altri di tipo "militare", perché fu colpita da alcuni proiettili sparati dal Gianicolo durante gli scontri della Repubblica Romana nel 1849. Nella cornice del tamburo vi è la seguente iscrizione: "ECCE SACERDOS QUI IN DIEBUS SUIS PLACUIT DEO ET IN TEMPORE IRACUNDIAE FACTUS EST RECONCILIATO". Nei quattro pennacchi Domenichino raffigurò le Virtù Cardinali: la "Prudenza", la "Giustizia", la "Fortezza" e la "Temperanza". La denominazione "ai Catinari" deriva dalle antiche botteghe di fabbricanti di catini che si trovavano in questa zona. L'interno della chiesa, restaurato da Virginio Vespignani nel 1861, è a croce greca e custodisce varie opere importanti: un "S.Carlo Borromeo in processione con il Sacro Chiodo" di Pietro da Cortona, un "S.Carlo Borromeo in preghiera" di Guido Reni, un bellissimo Crocifisso bronzeo dello scultore Algardi ed un "Cristo deriso" del Cavalier d'Arpino.

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