Le Chiese di Roma: "Chiesa della Ss.Trinità dei Monti"

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Ecco data e ora in cui sará esposta:

04.09.2019 Dalle ore 08:00 alle ore 10:00

La Chiesa è stata ripresa durante la tempesta di neve del 26 febbraio 2018 alle 8 di mattina.

Ispirato dal libro "Le Chiese di Roma negli acquarelli di Achille Pinelli" apro una nuova serie fotografica dedicata a questi luoghi di culto.

Le Chiese di Roma sono più di 900 e ciò ne fa la città con più chiese al mondo; la loro storia accompagna quella della città da diciassette secoli, segnandone l'evoluzione religiosa, sociale ed artistica.

15) Chiesa della Ss.Trinità dei Monti

Una grandiosa villa sorgeva nel punto dove l'Acqua Vergine usciva dal condotto sotterraneo per attraversare su arcate il Campo Marzio: era la villa di Lucullo, che occupava l'area dove oggi si erge la Ss.Trinità dei Monti. La chiesa, che anticamente era detta "Trinità del Monte" (in riferimento al Pincio), fu iniziata nel 1502 per volere di Luigi XII, re di Francia e proprietario del terreno, con l'intenzione di concederla ai religiosi di nazionalità francese dell'Ordine di S.Francesco da Paola. I lavori si protrassero per tutto il XVI secolo, con una sosta di ben 60 anni, dal 1527 al 1587, a causa dei gravi danni, soprattutto finanziari, causati dal Sacco di Roma. Gli autori della fabbrica, tradizionalmente attribuita a Giacomo Della Porta, furono gli architetti Annibale Lippi e Gregorio Caronica.

La chiesa , consacrata nel 1585 dal pontefice Sisto V, fu costruita in stile gotico con pietre provenienti dalla città francese di Narbonne, per espresso volere di re Luigi XII. Tra il 1585 ed il 1586 papa Sisto V incaricò Domenico Fontana di aprire una strada che collegasse il Pincio con la basilica di S.Maria Maggiore, che dal nome di battesimo del pontefice stesso, ossia Felice Peretti, fu denominata "strada Felice", oggi frazionata in via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S.Croce in Gerusalemme. Al termine dei lavori, però, il piano stradale era divenuto decisamente inferiore rispetto all'ingresso del convento e della chiesa a causa dei sbancamenti che furono necessari per livellare il tracciato.

Per ovviare al problema l'architetto progettò e costruì la scalinata a due rampe convergenti che conduce alla chiesa: i pilastri posti alle due estremità della scala presentano lo stemma della famiglia Peretti, i tre monti, e, sopra a due bellissimi capitelli risalenti al XVII secolo, due erme con bassorilievi raffiguranti S.Luigi.

Dinanzi alla chiesa è collocato l'obelisco Sallustiano portato a Roma quasi certamente da Aureliano e da questi fatto collocare all'interno degli "Horti Sallustiani" (dai quali prende il nome). L'obelisco, alto 13,91 metri, di granito rosso, è egizio-romano perché fu inciso anticamente a Roma con iscrizioni mal ricopiate dal monolite di piazza del Popolo. Per secoli giacque semi abbandonato sulla stessa area degli "Horti Sallustiani" dove fu abbattuto dalle orde di Alarico nel 410; nel XVI secolo Sisto V lo voleva innalzare dinanzi a S.Maria degli Angeli, iniziativa poi sfumata per la morte del papa, Clemente XII lo voleva innalzare nel 1754 dinanzi alla facciata principale di S.Giovanni in Laterano ma bisognerà attendere il 1789 affinché, recuperato dalla Villa Ludovisi (che occupava una porzione dell'area degli "Horti Sallustiani"), fosse eretto nell'attuale posizione da Giovanni Antinori per volere di Pio VI allo scopo di fare da prospetto alla scalinata ed alla via dei Condotti ed insieme da ideale collegamento con l'obelisco di S.Maria Maggiore, visibile all'orizzonte in fondo al "cannocchiale" di via Sistina. Da segnalare che questo obelisco è l'unico ad affiancare alla croce un simbolo diverso da quello pontificio: infatti vi si può osservare il giglio di Francia.

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